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Grande sete a Città del Messico

Orsetta Bellani, Il Venerdì di Repubblica

Città del Messico potrebbe rimanere senz’acqua. “Arriva nelle nostre case anche meno di due volte alla settimana e approfittiamo per riempire secchi, catini e bacinelle. Solo in periodo di campagna elettorale non abbiamo problemi”, dice Mariela Segura Olivares, che vive nel quartiere operaio di Pedregales de Coyoacan. Già da bambina Mariela era obbligata a razionare l’acqua, ma negli ultimi anni il problema è peggiorato e ora interessa tutti i 20 milioni di abitanti della città, anche quelli che vivono nelle zone ricche.

“Il 70% dell’acqua di Città del Messico viene estratta da pozzi. A causa della crescita senza freni della metropoli, le autorità hanno dato un sacco di permessi per aprirne di nuovi e le falde acquifere si stanno seccando”, spiega Natalia Lara Trejo, vicina di Mariela e membra della Cooperativa Acción Comunitaria. “Il resto arriva dal sistema di dighe Cutzamala, che dal 2019 vive una forte siccità”.

Durante l’inverno e la primavera scorsi, la scarsità di pioggia non è stato un problema solo della capitale: la siccità ha colpito quasi il 90% del paese, mettendo a rischio la produzione di frutta e verdura. In varie regioni si sono registrati 45 gradi durante settimane e Città del Messico ha raggiunto la temperatura record di 34.7 gradi, malgrado si trovi a 2200 metri sul livello del mare.

Per nove mesi non ha piovuto sul Cutzamala. La Commissione Nazionale dell’Acqua (Conagua) aveva stabilito che il 26 giugno sarebbe stato il “giorno zero”, in cui le sue dighe non avrebbero più potuto somministrare a Città del Messico. La situazione è migliorata grazie all’arrivo di Alberto, una tormenta tropicale che intorno al 20 giugno ha inaugurato la stagione delle piogge con un mese di ritardo, facendo passare alcune zone del Messico, come la Penisola dello Yucatán, dalla siccità estrema alle inondazioni.

Le piogge hanno portato un po’ di respiro al Cutzamala e il “giorno zero” è stato scampato, ma la situazione non è risolta, nonostante l’arrivo di altre tempeste: secondo gli esperti, dovrebbe piovere per 488 giorni perché le dighe del Cutzamala raggiungano un livello sufficiente.

Sono molte le proposte per risolvere la crisi idrica, dalla raccolta dell’acqua piovana ad interventi strutturali sul sistema idrico, che ha un sacco di perdite. Ma sono soluzioni che comportano grandi investimenti, e per ora ci si affida solo alla speranza che la stagione delle piogge sia abbondante.

Articolo pubblicato da Il Venerdì di Repubblica il 19 luglio 2024.

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