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È l’ambra rossa il tesoro del Chiapas

Dionisio Díaz scava con colpi decisi di martello, facendosi luce con una lampada frontale. “Questa è ambra rossa”, dice, mostrando tra le pietre un pezzo di resina fossilizzata. Nelle viscere di questa montagna del paese di Simojovel, nel Chiapas messicano, si nasconde una fortuna: uno dei tre giacimenti di ambra più grandi del mondo, con quelli del Baltico e della Repubblica Dominicana.

A Simojovel le miniere sono proprietà dei minatori e vengono scavate artigianalmente, con pale e picconi. Malgrado la ricchezza che si nasconde sotto i loro piedi, l’ambra viene venduta a prezzi così bassi che il 93% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.

Alcuni investirono in terreni e case, altri sperperarono tutto in alcool e droghe. Le donne attribuivano all’alcolismo l’aumento della violenza domestica e l’incremento dell’insicurezza nelle strade era sotto gli occhi di tutti. Spinti dal malcontento generale, alcuni abitanti fecero pressione sugli asiatici per spingerli a lasciare il paese. I prezzi dell’ambra scesero nuovamente e la vita di Dionisio Díaz e dei suoi colleghi tornò ad essere quella di prima.

L’ambra gialla chiapaneca in Italia soffre la competenza di quella baltica, che ha costi di importazione più bassi e si può vendere a un prezzo inferiore. “Invece l’ambra rossa del Chiapas è unica, e in Italia può essere venduta anche dieci volte più cara rispetto al prezzo di Simojovel”, dice Stefano Calabró, cagliaritano che gestisce un negozio di ambra nella città di San Cristóbal de Las Casas, in Chiapas. “Ma in Italia l’ambra rossa non si trova facilmente perché la gente non la conosce tanto, ed è difficile che sia apprezzata”.

Articolo pubblicato sul Venerdì di Repubblica il 7.10.2022.

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