“Sui 43 desaparecidos di Ayotzinapa ci sono 11 filoni d’inchiesta ancora inesplorati”
“Lo Stato ha fatto sparire i nostri figli e lo Stato ci deve dare una risposta”. A dirlo sono i genitori dei 43 studenti della scuola rurale di Ayotzinapa, scomparsi 5 anni fa. Le famiglie domani terranno un corteo a Città del Messico.
La ricostruzione ufficiale è questa: nei pressi di Iguala, i giovani sono stati sequestrati, mentre viaggiavano in autobus, dalla Polizia Municipale e dall’organizzazione criminale Guerreros Unidos, che poi avrebbe bruciato i loro cadaveri nella discarica della città di Cocula.
Per alcune fonti, una versione dei fatti costruita a suon di torture: secondo un gruppo internazionale di esperti indipendenti (GIEI), almeno 56 detenuti sarebbero stati costretti a confermare questa ricostruzione; proprio per le irregolarità durante gli interrogatori, 24 agenti e un leader di Guerreros Unidos sono usciti dal carcere ad inizio settembre.
“La ricostruzione della Procura è piena di irregolarità, contraddizioni e gravi omissioni”, ha scritto il GIEI. Gli esperti indipendenti hanno mostrato che è scientificamente impossibile che ci sia stato un rogo di quelle dimensioni nella discarica di Cocula e affermato che la Polizia Federale e l’esercito si trovavano sul luogo dell’attacco, anche se questa presenza non era poi annotata nei fascicoli della Procura. Alcuni cellulari dei giovani scomparsi sono apparsi nelle mani di funzionari pubblici.
Vidulfo Rosales, del Centro di Diritti Umani Tlachinollan, è l’avvocato che rappresenta le famiglie dei giovani scomparsi e fa parte della Commissione per la Verità.
Quali nuovi elementi sta indagando la Commissione per la Verità?
Finora le autorità hanno preso in considerazione solo l’ipotesi della discarica di Cocula, ignorando gli altri filoni d’inchiesta malgrado fossero più plausibili. La Commissione per la Verità è in possesso di nuovi indizi secondo i quali i ragazzi non sarebbero stati portati a Cocula, ma in un’altra zona dello Stato di Guerrero; li stiamo cercando a Mezcala, Carrizalillo e Huitzuco.
Collaborate con la Procura Speciale per il caso Ayotzinapa?
La Commissione per la Verità sta lavorando efficacemente ma non ha facoltà di svolgere un’inchiesta penale. Per questo è necessaria l’azione della Procura, che finora è stata molto lenta. È necessario esplorare gli 11 filoni di inchiesta che gli esperti indipendenti del GIEI hanno consigliato di prendere in considerazione.
Quali sono questi filoni? Esiste un’ipotesi sul movente dell’attacco?
Un membro di Guerreros Unidos ha dichiarato in un tribunale statunitense che la sua organizzazione utilizzava autobus per trasportare droga da Iguala [città in cui sono stati attaccati i giovani] a Chicago ed Atlanta. Un’ipotesi da analizzare è che alcuni autobus su cui gli studenti viaggiavano potessero essere, a loro insaputa, carichi di eroina, e che Guerreros Unidos e la forza pubblica li abbiano attaccati per recuperare la droga.
Quel giorno c’era anche l’esercito?
Sappiamo che quella notte soldati del 27 Battaglione di Infanteria di Iguala erano presenti. La Commissione della Verità ha chiesto all’esercito di spiegare qual è la ragione della sua presenza e se ha una relazione con il gruppo criminale Guerreros Unidos, come affermano alcune dichiarazioni. Per ora non ha dato risposta.
Le famiglie delle vittime hanno fiducia nel governo di López Obrador?
L’attuale governo ha mostrato una volontà politica che in quello precedente era assente. Ma non direi che i genitori dei ragazzi scomparsi si fidino del governo. Sarà un rapporto che dovrà costruirsi col tempo, basandosi sui risultati delle indagini.
Articolo pubblicato da Il Fatto Quotidiano il 25.09.2019.